Dry-ve Carefully – Avancorpo Corni di Sardegnana

Via di misto salita in condizioni secche, prevalentemente in dry. La via si sviluppa sulla struttura dei corni di Sardegnana più vicina al passo omonimo. Di fronte al più noto spallone del pizzo del becco. Ambiente piuttosto selvaggio nonostante la vicinanza alla diga Enel, forse a causa dell’avvicinamento non eterno ma nemmeno plaisir. La via parte circa 150 metri sotto il passo di Sardegnana sulla evidentemente parete sotto la verticale del gran diedro di uscita. Seguire un diedrino verso sinistra e attaccare l’evidente sistema di fessure che solcano la prima placca. 

Materiale: Due serie c4-0.3-3, più C4 #4 e#5, nut, qualche chiodo a lama da granito. Potrebbero tornare utili i micro.

Accesso generale: Accedere alla val Brembana (BG) attraverso Zogno fino a Carona dove si parcheggia di fronte alla centrale Enel, spazio apposito.

Avvicinamento: Dal parcheggio davanti alla centrale dell’Enel di Carona(Bg) seguire ancora la strada asfaltata per un centinaio di metri fino ad un cartello “giardino botanico” dove si stacca un sentiero che porta ad un ponticello che attraversa il torrente. Superarlo e seguire il sentiero e la successiva traccia con gradini che si stacca a destra poco dopo. Salire qualche tornante fino a quando un omino sulla sinistra non segna il distacco di un’altra traccia, seguire quest’ultima traccia lungamente fino a quando non si unisce alla condotta. Raggiungere la diga del lago di Sardegnana e costeggiare il lago sul lato sinistro fino alla base del vallone che sale verso la parete e la nord del pizzo del Becco. Risalire il vallone fino alla base della parete ormai evidente sulla sinistra. [3/3:30 h]

Racconto(Scritto da Luca): Martedì 21 febbraio, saliamo verso il pizzo del becco in val Brembana con l’idea di ripetere la via del Tricheco sullo spallone in stile “dry”. Arrivati nel vallone, Gabriel, da buon local, nota subito una linea potenzialmente vergine sulla formazione rocciosa di fronte allo spallone. Ci spostiamo quindi di qualche centinaio di metri fino alla base della parete adocchiata, e in pochi minuti parte Gabriel sul primo tiro, che si rivelerà il chiave della via. Una fessura con sezione offwidth da risolvere con un mitico incastro di ginocchio e doppia mano, si parte subito cattivi. Il secondo tiro è leggermente più facile ma inizia comunque con un ribaltamento fisico e delicato allo stesso tempo che richiede precisione e calma. Proseguiamo seguendo la direttiva del grande diedro in cima alla struttura che già si notava dalla base trovando sempre roccia da buona a ottima. Arrivati nel diedro finale madre natura ci regala una roccia super lavorata a buchi, molto rari su una roccia dura come il verrucano. Un ultimo tiro con traversino in placca e una strozzatura strapiombante ci porta in cima alla struttura su un bel prato soleggiato con una vista mozzafiato.

Abbiamo salito questa via usando solo protezioni veloci non lasciando niente in parete escluso un chiodo sul passo in placca improteggibile di L3 per facilitare i ripetitori futuri.

Il nome deriva dalla anglofona segnaletica delle gallerie dietro Zogno che ricorda di guidare con prudenza, drive carefully.

Scopriamo il giorno dopo che su questa parete sono state tracciate già 3 vie estive, tutte aperte lasciando quasi nulla in parete. La nostra si sovrappone su L2 e L6 a una di queste vie aperta da Angeloni/Calegari/Ruffinoni, incrociandola quindi due volte 

Difficoltà: M7 / R3

Tiri:
1) Salire il diedro obliquo che sale da destra verso sinistra fino ad una cengia erbosa seguire il sistema di fessure verso sinistra fino alla verticale di una fessura fuori misura che si supera con tecnica di incastro a due mani e ginocchio. Seguire poi due fessure parallele verticali fino ad una rampa di neve che sale verso sinistra. Percorrerla verso sinistra fino alla base di una fessurina. Non seguire la fessura ma spostarsi in placca a sinistra con passo esposto e continuare a traversare in placca verso sinistra fino alla base dell’evidente tetto fessurato dove si sosta su Friends (n°3+2). [M7, 50 m]
2) Risalire il tetto fessurato sulla destra della sosta, passo chiave (nut BD #8), proseguire fino al successivo tettino che si supera sulla sinistra tramite fessura di fondo. Risalire fino ad un nicchia e poi piegare verso sinistra su cengia nevosa. Sosta base del primo diedro che si incontra. Friends (n°0.3+0.4+1). [M6+,30 m]
3)Salire il diedro di destra sopra la sosta per circa una decina di metri per poi spostarsi in placca in corrispondenza di un chiodo a sinistra. Con passi delicati in placca traversare un paio di metri fino a delle fessure dove ci si protegge, proseguire fino a prendere una fessura orizzontale sotto a un muro. Seguire la fessura da destra a sinistra fino all’evidente sistema di fessure oblique successivo che porta ad una zona più abbattuta dove si sosta su fessura alla base di una placca (sosta su 2 friend n°2+0.4). [M6 expo, 30 m]
4) Risalire facilmente sopra la sosta fino ad una nicchia sotto un diedro. Traversare a sinistra allungando bene le protezioni fino ad una placca ascendente. Risalire fino ad un facile diedrino e sostare su spuntone e friend n°0.3. [M4+, 30 m]
5)Salire per terreno semplice sopra la sosta fino alla grande cengia nevosa. Spostarsi verso destra abbassandosi leggermente per raggiungere la base del grosso diedro finale e risalirlo per una decina di metri fino ad un comodo punto di sosta con grosso masso appoggiato e pianta di rovi. Sostare in fessura su friend(n°1+0.4). [passi di M5, 35 m]
6) Affrontare il bellissimo diedro con incastri di fondo e bei buchi il placca. Fino ad una nicchia sotto una evidentemente fessura strapiombante. (Sosta su spuntone e friend n°2). [M5+, 30 m]
7)Dalla sosta traversare qualche metro a destra in placca sfruttando dei magnifici buchi. Alzarsi poi in verticale con passo esposto (possibile proteggersi in un buco con friend n°2) e ribaltarsi alla base del successivo diedro/camino. Salire il diedro fino alla strozzatura finale che si supera uscendo leggermente a destra. Una volta in cima sul prato sostare a sinistra su fessura (n°0.5+0.75). [M5+/M6, 25 m]

Discesa: Scendere per ripidi prati e cenge innevate fino ad intercettare il sentiero che scende dal passo di Sardegnana, quindi seguire a ritroso l’itinerario di salita.

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