La Torre Nino è un affilato torrione che si stacca dal versante Nord Est dell’iconico Cimon della Bagozza. Raggiungerne la vetta non è facile e la via più semplice, comunque pochissimo frequentata, oppone passaggi di IV° grado con roccia decisamente precaria e soste da verificare.
Il materiale in loco è scarso ed è richiesta una certa esperienza per affrontare la salita, ma la fatica viene sicuramente ripagata dalla sensazione che si prova sulla espostissima vetta dove si riesce a salire solo una persona alla volta.
Sicuramente una vera chicca orobica!
Attacco: Da Schilpario (Bg) seguire la strada che si addentra nella valle fino al parcheggio posto poco prima del Rifugio Bagozza. Da qui prendere il sentiero che sale a destra della strada principale proprio in corrispondenza del Rifugio (mulattiera) fino a quando non si raggiunge un grande pianoro pratoso nella conca da cui già si vedono la torre e il Cimone. Da qui si prosegue per una traccia che taglia il prato in direzione della torre che poi diventa sentiero in leggera discesa, si costeggia un piccolo laghetto e si prosegue seguendo le indicazioni per i Cimone fino a raggiungere un grosso ghiaione. Salire il faticoso ghiaione fino ad arrivare in corrispondenza del canale stretto che divide torre Nino e Cimone che porta a un evidente intaglio. Seguire il canale fino all’intaglio (consigliabile effettuare la salita in primavera quando il canale è ancora innevato dato che poi in estate si rivelerebbe un canale “extra marcio”).
Difficoltà: IV°
Materiale: NDA (basta una corda intera da 55 metri), chiodi, martello, cordini da abbandono, coltello, qualche friend medio-piccolo (io ho usato solo 0.4 e 0.5 BD), qualche rinvio lungo, picca e ramponi se il canale iniziale fosse innevato.
Tiri:
- Dall’intaglio salire a destra per balza rocciosa e spostarsi a sinistra per superare un altro muretto, continuare poi su terreno facile e appoggiato ma a cui prestare attenzione. [Si sosta su un masso con cordone posto in cresta, circa 30 m]
- Si prosegue sulla crestina che è ora un po’ più affilata fino a un salto verticale che si aggira a destra fino a uno spuntone con vecchio cordone alla base di una paretina verticale. [Sosta su spuntone, circa 25 metri]
- Si affronta la parete direttamente (chiodo) e superati i primi metri più difficili ci si sposta a destra (chiodo poco visibile, non seguire le fessure dritti) fino a un spigoletto che si risale brevemente (chiodo) fino ad entrare in un canale che si risale fino alla sosta su 4 chiodi con cordoni e moschettone di calata.
- Si scende per un paio di metri a sinistra della sosta e poi per terreno facile si raggiunge la cresta sommitale dove si sosta su uno spuntone con cordini. (Sosta su spuntone, circa 25 metri)
Da qui si sale con giusto qualche metro in più sulla vetta vera e propria posta appena sopra su una sottilissima cresta dove si riesce a salire solo uno alla volta assicurandosi.
Discesa:
La discesa si effettua con due doppia dalla sosta 4 e sosta 3. Dalla sosta 2 è possibile ancora scendere in doppia o (consigliato) far scendere il primo assicurato dall’alto e il secondo disarrampicando con attenzione. Allo stesso modo si scende dalla sosta 1 all’intaglio.
Attenzione! La discesa non è da sottovalutare e deve essere gestita bene, se si dovesse decidere di calarsi anche sui primi due tiri consiglio vivamente di allestire un ancoraggio più solido di quelli in loco e/sostituire i cordini vecchi presenti.






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