Via Schmidt – Parete Nord Cervino

Questa è per me la quarta delle sei classiche Nord delle Alpi, da qualche anno ormai mi sono prefisso l’obiettivo di salirle tutte e sei percorrendo i primi itinerari che le hanno solcate.

Questa volta è stato sicuramente speciale e intenso rispetto alle precedenti, tornare sulla montagna dove ho perso un caro amico non è stato facile e ci sono stati momenti in discesa in cui vedendo la Est ho percepito di essere nel posto sbagliato. Tuttavia sono contento di aver salito questa parete che due anni fa avevo tentato proprio con Luca in pieno inverno, quella volta la montagna ci aveva violentemente rifiutati con condizioni estremamente secche.

La Nord del Cervino è una parete che penso quasi qualsiasi alpinista abbia almeno una volta nella vita sognato, il Cervino visto da Zermatt ha una forma così inconfondibile e slanciata che non può che attirare lo sguardo e incanalare i pensieri di chi se lo ritrova davanti. La via Schmidt è la prima linea che fu tracciata su questa parete nel lontano 1931 da due fuoriclasse che bivaccarono a 4100m in piedi uscendo poi in vetta con un bella tempesta. Segue un lungo pendio iniziale per poi infilarsi in una evidente e logica rampa che taglia la parete nord in due da sinistra a destra. Continua poi seguendo logiche strisce di ghiaccio e neve per poi congiungersi alla cresta di Zmutt a circa 100 metri dalla vetta. Un grande viaggio su una parete che supera più di 1000 metri fra neve, roccia e ghiaccio districandosi fra le viscere di una delle montagne più iconiche del mondo.

Attacco: Da Zermatt(CH) prendere la funivia che sale allo Schwarzsee e da lì portarsi alla base dell’hirli. Si supera la bastionata rocciosa con una passerella di metallo e qualche breve tornante. Continuare ora lungamente verso sinistra (sud) seguendo le indicazioni per “Hornlihutte”. Il sentiero poi inizia a salire nuovamente guadagnando una cresta che si supera sfruttando anche delle scale in metallo e un ultimo pendio nevoso che porta  al rifugio. (Il locale invernale è posto sul lato che da sulla cresta dell’hornli e vi si accede con una ripida scala metallica, non sono presenti coperte ma è riscaldato) [2/3 h a seconda dell’innevamento]

Dal rifugio portarsi sulla cresta appena a destra (guardando la Hornli) e continuare fino alla base della Hornli dove si piega a destra verso la nord, con un lungo traverso a tratti in discesa si giunge ad un evidente punto di debolezza nel salto roccioso che porta al ghiacciaio sotto la Nord (poco prima del seracco in una specie di canalino verticale con una fissa). Si risale il canalino e il successivo ripido pendio che porta sul plateau del ghiacciaio. Traversare a destra fino alla base del lungo pendio che porta alla rampa. Attenzione a non prendere il pendio troppo a sinistra altrimenti ci si trova troppo lontani dopo. Prendere come riferimento la grande parete rocciosa che chiude il pendio sulla destra, si deve attaccare il pendio una trentina di metri a sinistra di questa parete circa a seconda delle condizioni (prediligere le strisce con più neve e meno ghiaccio). [1/2 h a seconda della neve/traccia]

Se non ci fosse una traccia conviene sicuramente già il giorno prima andare a vedere dove attaccare il pendio dato che al buio potrebbe essere difficile trovare il punto migliore.

Difficoltà: TD+ M5, AI4+ R4 1200m

Materiale: Una serie di friend 0.3/2 BD + micro, qualche chiodo, 7/8 viti delle quali molte corte, 7 rinvii e qualche slungo, cordini aperti.

Tiri:

Pendio iniziale: Salire il pendio nevoso salendo dritti o leggermente verso sinistra fino a quando non ci si sposta sulla destra in traverso per superare una costola rocciosa (possibile tratto di misto, dietro la costola è presente una sosta su chiodi). A seconda delle condizioni qui potrebbe essere già necessario fare un paio di tiri per raggiungere la S0. Noi abbiamo fatto due tiri su ghiaccio dalla costola alla S0.

La S0 si trova circa 30 metri sulla destra di una goulotte con chiodi che non va seguita su un terrazzino roccioso (2 chiodi collegati da cordino).

  1. Salire a destra della sosta fino a entrare in un diedrino roccioso che si risale brevemente fino a una piccola cengia con due chiodi accoppiati. Non fare sosta qui ma traversare a destra per poi salire dritti a un pendio nevoso che in obliquo verso sinistra porta alla sosta (2 chiodi). [M4+, 45m]
  2. Si entra nella goulotte ripida a sinistra della sosta che si risale fino a quando non si abbatte diventando pendio ghiacciato. Si segue il ghiaccio fino a un saltino con rocce affioranti dove si sosta su due chiodi (senza cordini). È presente anche uno spit sulla destra ma scomodo da prendere. Noi abbiamo trovato questo tiro piuttosto secco che ci ha costretto ad arrampicare su roccia marcia e con scarse protezione sicuramente meglio trovarlo pieno di ghiaccio. [M5 o AI4, 50m]
  3. Si superano le rocce sopra la sosta e si continua per ghiaccio/neve lungamente fino a un chiodo con cordone sulla sinistra (il secondo che si incontra) dove si sosta integrando con delle viti. [AI3, 60m]
  4. Si continua per pendio ghiacciato verso destra fino a superare una piccola spalla e immettersi nella logica continuazione del pendio (spesso ghiaccio duro e sottile). Continuare per una ventina di metri fino a quando ci si sposta sulla destra per sostare su uno spit con cordone. [AI3 Misto delicato, 55m]
  5. Qui noi abbiamo trovato il classico tiro nel camino estremamente secco quindi abbiamo deciso di seguire delle colate di ghiaccio sulla destra con due tiri che poi ci hanno portati all’ultima sosta della rampa (2 chiodi a destra della goulotte che non va seguita). Se il camino fosse ben formato seguirlo come indicato nelle altre relazioni online altrimenti dalla sosta 4 salire le colate a destra dritto per dritto fino a sostare su viti alla base di un saltino verticale. [AI3, 25m]
  6. Da qui salire ancora dritto per 20/30 metri per poi spostarsi versi destra qualche metro su terreno misto (chiodi) e uscire in una zona più appoggiata con a sinistra una grossa goulotte. Non seguire la goulotte ma salire dritti ancora qualche metro fino a un muretto roccioso con una sosta su due chiodi. [AI3+, Misto 65 m necessario qualche metro di simulclimb].
  7. Da qui si è di nuovo sul tracciato originale. Si sale un metro (chiodo) per poi traversare nettamente a destra fino a una bella colata che si segue verticalmente per una ventina di metri. Sostare su viti. [AI3 M4, 45m]
  8. Salire sopra la sosta obliquando verso destra puntando all’evidente colata verticale. Individuare un lungo cordone bianco sotto il quale (qualche metro sotto) sono presenti due chiodi dove si sosta. [AI3, 50m]
  9. Salire l’evidente cascata verticale fino a sostare su chiodo + friend sulla destra. [AI4+, 25m]
  10. Da qui scendere un paio di metri e superato lo spigolo a destra traversare su terreno delicato fino a una sosta con chiodi e cordini. Non sostare qui ma continuare ancora per pochi metri fino a un comodo pulpito dove si attrezza una sosta su friends. [M4 delicato, 30m]
  11. Entrare nella goulotte a destra e seguirla per 15 metri per poi spostarsi a destra sullo sperone roccioso prima che questa diventi più verticale e difficile. Sostare su friend alla base di uno speroncino di roccia rotta. [AI3, 45m]
  12. Salire un paio di metri sopra la sosta a destra dello spigoletto per poi salire a sinistra per rocce rotte seguendo il percorso più facile uscendo su un pendio nevoso alla base di un evidente gendarme roccioso dove si sosta sulla destra (un friend incastrato). [M4, 50m]
  13. Entrare nella goulotte a destra e percorrerla fino a quando non diviene più appoggiata sostando sulla destra su un grosso masso fessurato. [AI3, 60m]

Da qui inizia un lungo tratto che a seconda delle condizioni può essere percorso a tiri singoli o in conserva. Descrivo a grandi linee dove si passa: Dalla S13 salire dritti ancora una decina di metri per poi tagliare un grosso pendio verso destra in obliquo fino a delle rocce affioranti (uno spit) qui si continua adesso dritti fino a un altro spit su rocce affioranti e poi nuovamente fino ad uscire sul filo di cresta della Zmutt. (fino a qui circa 200 m dalla S13)

Ora si deve percorrere la Zmutt fino in cima (circa 100 metri di dislivello). Noi con tre tiri da 50/60 metri siamo arrivati in vetta.

Discesa:

Traversare alla vetta Svizzera per poi scendere dalla cresta Hornli. Inizialmente si scendono dei pendii di neve a 45° per poi reperire degli anelloni di calata prima su terreno ancora appoggiato e poi ripido con canapone (leggermente a sinistra faccia a valle il canapone). Scendere in doppia fino alla fine del canapone per continuare poi brevemente sul filo di cresta e reperire una calata su spit con cordino. Calarsi fino al pendio sottostante (lato est) e scenderlo lungamente con continui cambi assetto calate/camminate e percorso difficile da trovare al buio o senza tracce. In linea di massima tenere presente che non ci si sposta mai sul lato nord al limite sul filo di cresta per brevi tratti. La Solvay non si vede fino all’ultimo dopo una calata.

Anche la discesa dalla Solvay fino al rifugio Hornli non è banale da trovare anche se più facile tecnicamente. Fornirsi di una traccia GPS e stare sempre attenti a non allontanarsi troppo dal filo di cresta, si sta sempre tendenzialmente sul lato est ma non troppo lontani dal filo di cresta seguendo dei pendii nervosi fino a traversare verso sinistra (faccia a valle) per raggiungere uno sperone con antenna/stazione meteo. Qui bisogna riportarsi sul filo di cresta scendendolo fino a un canapone per poi di nuovo seguire la cresta. Si arriva quindi a delle parabole poste su uno sperone da qui ci si cala in un canale alla fine del quale ci si sposta a destra (faccia a monte) per reperire un’alta calata nascosta e difficile da trovare. Ci si cala 60 metri fino a il pendio nevoso appoggiato sottostante da cui si traversa logicamente verso nord per poi riprendere l’ultimo tratto di cresta che con dei canaponi riporta alle tracce che portano al rifugio. [6/10 ore a secondo di visibilità, traccia, neve etc]

Lascia un commento