La via del Gran Diedro sulla parete Nord del Cabianca è un itinerario aperto nel 1968 da Calegari, Farina e Sugliani. La linea segue i punti deboli della parete puntando al gigantesco diedro che è impossibile non notare anche dalla base della parete. Se salito d’estate regala una salita divertente e isolata nel cuore della conca del Calvi con difficoltà fino al VII-. Arrampicando nel diedro a luglio di due anni fa mi ero subito reso conto che questa via si sarebbe prestata molto bene a una salita invernale con picche e ramponi in quanto presenta spesso piccole fessure inutili per le mani ma perfette per le lame delle picche. Inoltre il quarto tiro d’estate è spesso bagnato e pieno di toppe d’erba molto fastidiose, caso a parte poi è il tiro chiave su roccia alquanto dubbia e decisamente poco piacevole da scalare in libera con le scarpette. Comunque dopo due anni mi torna in mente questa idea e la propongo subito a Luca come al solito. Inizialmente non è convintissimo ma riesco in qualche modo a fargli cambiare idea e dopo qualche giorno siamo a Carona pronti per partire. Facciamo tutto il primo tratto di avvicinamento con gli sci e gli scarponi per scalare nello zaino… Che fatica! Poi alla diga abbandoniamo sci e scarponi da skialp per proseguire a piedi più agilmente sulla traccia perfetta che porta al canale nord. La traccia fortunatamente è veramente uno spettacolo e ci permette di portarci velocemente all’attacco nonostante il peso dello zaino. Una volta arrivati sotto, la parete sembra totalmente secca e priva di ghiaccio o neve, Luca tenta (invano) di convincermi a cambiare piano e alla fine dopo qualche minuto di preparativi mi ritrovo a scalare sul primo tiro. Nonostante le funeste previsioni si rivela divertente e delle compatte placche di neve pressa spuntano fuori come funghi dal nulla. Il secondo tiro che tocca a Luca invece è praticamente total dry ma come ammetterà anche lui, nonostante l’assenza di ghiaccio, è veramente bello da scalare con un susseguirsi di incastri e agganci di picca. Il resto della via scorre senza intoppi fra incastri, toppe d’erba congelate e qualche tratto su neve pressa durissima. Dopo 5 ore ci ritroviamo in cima al Cabianca con ancora il piacevole tepore del sole che ci scalda le membra, incredibile pensavamo di fare notte! Ora rimane la lunga discesa prima dal canale nord e poi di nuovo fino alla diga, per fortuna l’ultimo lungo tratto sull’autostrada Carona – Calvi è passato in un attimo con gli sci.
Cercando informazioni e chiedendo in giro non sono riuscito a reperire nessuna informazione su un’altra salita nella stagione “fredda” quindi potrebbe essere che questa sia effettivamente una prima invernale. Comunque poco importa quello che conta è che ci siamo divertiti un casino e secondo me la via merita altre ripetizioni anche in veste invernale.
P.S. In condizioni particolari il quarto e il quinto tiro si ghiacciano completamente diventando probabilmente di fatto dei tiri quasi totalmente su ghiaccio. A metà dicembre la colata era formata ma il caldo degli ultimi giorni deve averla distrutta (la parete prende il sole al pomeriggio per qualche ora).
Avvicinamento: Da Carona (Bg) come per il canale nord del Cabianca, una volta nel canale quando diventa più ripido proseguire ancora per un po’ fino a quando sulla sinistra si nota un chiodo con cordone sulla parete (se fosse ricoperto da neve ci sono altri due chiodi vicini qualche metro sopra in un diedrino). [3/4:30 h molto variabile a seconda di neve e/o presenza traccia]
Difficoltà: M6+/7 R2
Materiale: Una serie di friend dal micro nero totem (0.2 BD) al 3 BD, dadi, qualche cordino aperto, tanti rinvii per il quarto tiro (almeno 15 se si passano tutti i chiodi), soste tutte attrezzate su 2 spit con anello da collegare.
Tiri:
1) Dal chiodo con cordone alzarsi qualche metro entrando in un diedrino con due chiodi vicini. Ribaltarsi sopra il diedrino con passo delicato e aggirare il successivo salto da destra per poi ritornare a sinistra. Superare un ultima strozzatura (chiodo) e proseguire poi su terreno più facile fino alla sosta posta a destra. [M5+, 20m]
2) Salire la facile placca a gradoni a sinistra della sosta puntando al secondo diedro da sinistra. Salire nel diedro (chiodi) con incastri di picca spettacolari e con un passo ostico per andare a prendere la toppa d’erba della salvezza. Arrivati in una specie di nicchia spostarsi a destra qualche metro fino a prendere un fessurino (chiodi) che si risale ancora con incastri goduriosi fino alla sosta posta appena sotto uno strapiombino. [M6 continuo, 35m]
3) Rimontare lo strapiombino sopra la sosta stando a destra anche se i chiodi sono a sinistra. Proseguire ora nella fessura successiva fino a quando questa finisce, traversare qualche metro verso sinistra fino ad entrare nel grosso diedro superiore. Salire in verticale ancora qualche metro fino alla sosta posta sul lato destro del diedro. [M5, 20m]
4) Salire tutto il grande diedro seguendo la fessura di fondo con arrampicata bella e mai troppo difficile su toppe d’erba, incastri e qualche tratto ghiacciato. [M5, 35m]
5) Salire qualche metro sopra la sosta fin sotto al tetto, spostarsi ora faticosamente verso sinistra sfruttando il bordo del tetto. Con passo molto delicato uscire in placca e risalire per qualche metro (chiodi) fino a una nicchia. Traversare ora a sinistra in placca sfruttando degli ottimi appigli e prendere la successiva fessura (chiodi). Risalirla con arrampicata un po’ fisica ma con buoni incastri, ribaltarsi in cima e proseguire ancora per qualche metro fino alla sosta posta leggermente a sinistra. [M6+/7, 25m]
6) Seguire la fessurina sopra la sosta verso sinistra, uscire su placche di neve e superare un saltino roccioso. Poi per neve fino alla cresta poco sotto la vetta (sicura a spalla posizionandosi sul lato opposto della cresta). [M4, 45m]
Discesa: Essendo le soste tutte attrezzate su due spit con anello ovviamente è possibile calarsi dalla via tuttavia è molto più comodo e veloce scendere dal canale nord che riporta all’attacco. Dalla vetta scendere verso ovest in direzione di un colletto, da lì immettersi nel canale nord che riporta nei pressi dell’attacco. [20 min.]












