“Mosche Colombiane” – Parete ovest Avancorpo Corni di Sardegnana

Linea salita insieme a Paolo e Matteo seguendo i punti deboli della parete nella sua parte sinistra, non sono a conoscenza di vie presenti su questa porzione di parete ma come già successo in precedenza potrei sbagliarmi anche se in parete non abbiamo trovato nulla e tanti blocchi in bilico. Abbiamo seguito le fessure e “il facile” senza nessuna pretesa a parte lasciare quasi nulla in parete. Alla fine sono usciti 6 tiri totalmente clean e avventurosi con un solo chiodo lasciato su un passo altrimenti poco proteggibile. Noi ci siamo divertiti non poco, scrivo questa relazione nel caso qualcun altro avesse bisogno di due info e avesse voglia di andare un po’ fuori dai soliti schemi. Sicuramente non è la classica via super ripetuta e attrezzata serve esperienza nel piazzare protezioni e capire dove passare però l’avventura è assicurata (tralaltro la via si presta sicuramente a innumerevoli varianti quindi volendo ci si può sbizzarrire).

Il simpatico nome deriva dallo sciame di mosche carnivore che ci ha attaccati poco sotto la parete che sicuramente provenivano da posti esotici come la Colombia super frequentati dal nostro amico Matteo, biologo marino con la passione per la montagna.

Avvicinamento: Dal parcheggio davanti alla centrale dell’Enel di Carona(Bg) seguire ancora la strada asfaltata per un centinaio di metri fino ad un cartello “giardino botanico” dove si stacca un sentiero che porta ad un ponticello che attraversa il torrente. Superarlo e seguire il sentiero e la successiva traccia con gradini che si stacca a destra poco dopo. Salire qualche tornante fino a quando un omino sulla sinistra non segna il distacco di un’altra traccia, seguire quest’ultima traccia lungamente fino a quando non si unisce alla condotta. Raggiungere la diga del lago di Sardegnana e costeggiare il lago sul lato sinistro fino alla base del vallone che sale verso la parete e la nord del pizzo del Becco. Risalire il vallone fino alla base della parete ormai evidente sulla sinistra(Si può salire direttamente il vallone oppure seguire il sentiero che ad un certo punto gira a sinistra salendo più dolcemente). In alternativa al da Carona possibile percorrere i gradini della condotta che portano in poco tempo sotto la diga (molto verticali). [2:30h]

Difficoltà: VII- un passo obbligato (probabilmente fattibile in A1 piantando un chiodo a lama sottile) il resto VI max. R3

Materiale: NDA, Serie di friend 0.2/3 con 0.3-2-3 doppi, utili anche il 4 o il 5 ma non indispensabili, un paio di chiodi a lama e martello, qualche cordino e qualche rinvio lungo. Soste tutte da attrezzare.

Tiri:

1) Salire l’evidente rampa fessurata che da sinistra tende a destra fino alla base di un diedrino. Entrare nel diedrino e proseguire al suo interno fino a quando la fessura si chiude. Salire ora con qualche passo sulla placca a sinistra su tacchette piccole ma nette fino a dove la fessura del diedro si riapre. Qui con un passo di decisione prendere la successiva fessura dove si sosta 0.4+1 (sosta molto scomoda eventualmente potrebbe essere possibile sostare poco sopra). [VII-, 35m]

2) Salire direttamente sopra la sosta per fessura fino a portarsi sotto ad una lama obliqua che si sale superando un saltino verticale. Ribaltarsi con movimento delicato e salire il successivo diedro aperto per qualche metro fino a quando si nota sulla sinistra in placca un chiodo. Salire al chiodo cercando i punti deboli della placca con sequenze su tacche. Una volta al chiodo traversare a sinistra sfruttando delle tacche stando leggermente bassi fino a una fessura. Risalire la fessura e un successivo saltino fino ad un terrazzino comodo dove si sosta su fessura verticale 0.4+0.5. [VI/VI+, 30m]

3) Salire la facile fessura sopra la sosta e continuare stando sempre leggermente a destra del bordo della placconata con qualche passo sullo spigolo. Superare un salto verticale con dei blocchi incastrati e in corrispondenza di un grosso masso sulla linea dello spigolo (poco dopo una grossa lamona incastrata) spostarsi a sinistra e aggirare lo spigolo a sinistra fino a una cengetta obliqua con sopra un fessura verticale dove si sosta 0.75+1 (Non facilissimo capire dove aggirare lo spigolo comunque circa in corrispondenza della metà corda). [V, 30m]

4) Traversare a sinistra puntando a una facile fessura sormontata da un grosso masso incastrato. Superare il masso sulla sinistra e uscire su terreno facile. Sostare alla base delle evidente fessurona-lama con friend medio piccoli. [V un passo, 25m]

5) Salire verso destra per attaccare direttamente la lama con un primo passo di ristabilimento. Seguire ora la lama fessura per intero fino alla sua fine dove si sosta su pulpito in una fessura 2+3. [VI, 30m]

6) Salire sopra la sosta per placca verticale prima a destra per poi portarsi subito a sinistra traversando un paio di metri sotto un tettino. Uscire poi su spigolo/cresta facile che si segue fino al suo termine dove si sosta su spuntone. [V ripartenza dalla sosta un po’ delicata, 50m]

Discesa: Dalla fine della via proseguire dritti seguendo un canalone erboso che porta in vetta senza particolari difficoltà. Da qui si scende per prati verso sud puntando al sentiero che scende dallo spallone del becco. Seguire il sentiero che riporta nei pressi dell’attacco e da lì a ritroso.

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