Già 2 anni fa, quando passai per la prima volta al passo di Valsecca, rimasi subito impressionato dalla mole e la verticalità della parete nord del pizzo Poris. Mai avrei immaginato che fosse possibile salirla e tanto meno che io stesso l’avrei fatto.
Il pizzo Poris (2712 m) è una montagna situata in alta val Brembana e insieme al Diavolo e Diavolino fa la guardia al Brembo neonato. La sua parete Nord è una bastionata di roccia scura e verticale che si innalza per circa 300 m dal pianoro sottostante. Poche sono le fessure che solcano questa parete ma nonostante questo ospita non poche vie alpinistiche, molte delle quali sono ormai quasi dimenticate. Una di queste vie è proprio il “Diedro Agazzi-Arrigoni”. Aperta nel 1959 supera con difficoltà per niente banali tutto l’evidente diedro che solca quasi interamente la parete nord. Riscoperta qualche anno fa prima grazie a Claudio Capitanio che ha rivisto la chiodatura e poi dalla scuola cai Leone Pellicioli che ha aggiunto le soste a fix oggi presenti su ogni tiro.
Vista la quasi totale mancanza di degne relazioni ne scrivo una io sperando di incoraggiare qualche altra cordata a ripetere la via (sotto).
MATERIALE: Serie di friend da 0.3 a 3 BD meglio raddoppiare le misure medie, chiodi e martello non necessari.
ATTACCO:Poco prima del passo di Valsecca girare a destra su ghiaione e puntare al grande diedro che caratterizza la via (foto 5/6) L’attacco è 20 m a sinistra della direttiva diedro sotto a dei gradoni che sono il primo tiro (omino alla base/no sosta).
1°TIRO: Percorrere i gradoni da sx a dx fino a giungere sotto al diedro vero e proprio. [ sosta su masso incastrato, 1 chiodo, III+ 40 metri ]
2°TIRO: 2 possibilità: A) Salire la piccola fessura (chiodo nuovo a 2 metri in estrazione) un po’ in dulfer e un po’ a incastro, la fessura è sporca e le difficoltà elevate (qualche passo di VII) B) Incastrarsi nella fessura fuori misura sul lato destro del diedro, entrarci dentro e “strisciare” fino a 3 chiodi molto vicini. In entrambi i casi dai 3 chiodi uscire sulla placca a sx per 2 metri per poi riportarsi sul lato destro del diedro (passaggio esposto) salire per 3 metri e spostandosi nuovamente a sx sostare sul comodo terrazzino.[ 5 chiodi, possibilità di proteggersi su masso incastrato nella fessura grossa, sosta su 2 fix con anelli di calata, VI+ 25 metri ]
3°TIRO: Salire il bel diedro sul lato sinistro seguendo un sistema di fessure ben proteggibili fino a uscire sulla dx su un terrazzino erboso su cui si sosta(ignorare una sosta intermedia su 3 chiodi). [ 10 chiodi, sosta su 2 fix con anelli, VI 45 metri]
4°TIRO: Seguire ancora il diedro fessurato sulla dx della sosta fino a uscire sulla dx su sosta a fix, qui ci si collega alla via Longo che percorre lo spigolo della parete nord. [ 3 chiodi, sosta su 2 fix con anello, VI/VI+ 20 metri ] Da qui seguire lo Spigolo Longo fino in vetta per circa 100 metri di III/IV. Per questi ultimi tiri cercare la relazione dello spigolo Longo al Poris (tiri dal 5°).
ATTENZIONE anche se le soste sono a fix la salita rimane alpinistica, necessaria una certa dose di esperienza.
DISCESA: Una volta arrivati alla croce continuare verso sud fino ad incontrare la cresta est (verso sinistra con la croce alle spalle) che si segue per omini e tracce fino ad incrociare dei segni cai (sentiero 255 che porta al passo di valsecca). A questo punto seguire i segni cai girando decisamente a sinistra. Non andare a sinistra prima dei segni cai, seguire la direttiva della cresta per tracce fino a dove il terreno spiana leggermente (lì troverete il sentiero cai).






